Liberalizzare i servizi professionali: qualcuno me lo spiega?
Leggo oggi su Edilportale del “Progetto delle imprese per l’Italia”, il documento messo a punto da Confindustria, Abi, rete imprese, cooperative e Ania, presentato dalla Presidente di Confindustria Marcegaglia.
C'è un capitolo Liberalizzazioni e Semplificazioni dove, dato che le imprese perdono di competitività, si propugnano scelte "Immediate e Coraggiose" tra cui una liberalizzazione delle attività intellettuali:
- Il divieto di fissazione di tariffe o minime o fisse;
- L’obbligo di presentare un preventivo scritto al cliente;
- Liberalizzare la pubblicità;
- La formazione di società di capitali, con soci di investimento, ferma restando la personalità della prestazione intellettuale;
- Ridurre il numero degli Ordini professionali
- Fare si che gli Ordini controllino la qualità dell’offerta, ma non il comportamento economico degli iscritti;
Apprendo sgomento che la causa della crisi in Italia siamo noi!!
Pur cospargendomi il capo di cenere chiedo: perchè "liberalizzazioni"?
A me sembra che si creerebbe questo scenario:
Ordini svuotati di potere, ridotti a semplici associazioni prive di qualsiasi potere interlocutorio, liberi professionisti privati di strutture di riferimento e destinati diventare dipendenti in grandi studi, perdendo competenze e contatti con committenti e fornitori, che sono la più grande ricchezza di un professionista.
Pochi grandi studi di progettazione in mano a investitori che si possano pubblicizzare come il Sidis, accaparrandosi ogni commessa, lavorando al massimo ribasso e magari facendo anche cartello decidendo tariffe, servizi, modalità di erogazione delle prestazioni alla clientela.
Cos'è che viene "liberalizzato"?
Il "Coraggio" chi ce lo dovrebbe mettere?
E perchè gioverebbe all'Italia?
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