Consonno, la città dei balocchi
Erano gli anni Sessanta, il 1962 per la precisone e in Italia era il perdiodo del boom economico; per l'antico borgo di Consonno era l'inizio della fine. Proprio in quel periodo arrivò infatti in paese il Conte Mario Bagno, eccentrico imprenditore, che aveva deciso di utilizzare Consonno, minuscolo paese facilmente raggiungibile da Milano, come base (previa la sua distruzione!) per la costruzione di una grande nuova Consonno, la Città dei Balocchi.
L'imprenditore, allettato dalla panoramica posizione del borgo agricolo, in un primo momento proclama che ne manterrà le caratteristiche rurali, integrandole con hotel e ristoranti; tuttavia in breve da il via alla realizzazione di una pacchiana Las Vegas all'italiana. Nel 1968, su progetto estemporaneo del Conte, nasceva la Las vegas della Brianza.
Domina su tutto un improbabile minareto, che incombe su una galleria di negozi, per lo più di giocattoli, ma non mancano torri medioevali all'ingresso, presidiate da due "veri" armigeri, piste da ballo e sale da gioco, sfingi e colonne doriche all'Hotel Grand Plaza.
Invitati da allettanti striscioni, migliaia di persone affollano questa città dalle mille luci, soprattutto coppie di sposi che la scelgono come location del loro "giorno più bello": "A Consonno il cielo è più azzurro", "A Consonno è sempre festa", "Consonno è il paese più piccolo ma più bello del mondo".
Finalmente si cominciano a innalzare le voci di protesta: il gruppo di Lecco del Collegio Lombardo Architetti, su invito dell'Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Giuseppe Fumagalli, esprime un parere che stimmatizzava l'inqualificabile processo di distruzione dei valori ambientali, sottolineando l'alterazione della morfologia naturale del luogo, la distruzione totale del patrimonio verde e la costruzione di edifici dall'aspetto contrastante con la struttura del paesaggio. E proprio la natura stessa decreta la fine di Consonno: nell'ottobre del 1976 una frana rovina dalla collina sconquassata dal cemento e cade sulla nuova strada di accesso alla Città dei Balocchi isolando Consonno dal mondo e trasformandola nell'odierna "città fantasma".
Oggi numerosi studi e tesi di laurea si sono interessate del passato, del presente e soprattutto del futuro di questa "città fantasma"; nell'ambito di uno sviluppo rispettoso e sostenibile si cerca di ritrovare, se non di ridonare lo spirito di questi luoghi, di ridestare la Fenice dalle proprie ceneri.
Info e foto: Consonno.it
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